lunedì 23 aprile 2012
Mohamed Loulichki: Il Marocco impegnato in un processo di negoziati di una soluzione politicamente accettabile
23/04/2012
Il Marocco ha accettato di impegnarsi da qualche anno in un processo di negoziati di una soluzione politicamente accettabile per risolvere definitivamente la vertenza sul Sahara marocchino che tocca all'integrità territoriale ed all'unità nazionale del regno, ha dichiarato martedì l'ambasciatore del Marocco all'ONU, Mohamed Loulichki.
Questo processo di negoziato, iniziato al favore della presentazione dal Marocco di iniziativa d'autonomia, ''rimane l'unico quadro che può favorire l'emergenza di una soluzione politica reciprocamente accettabile'', ha sottolineato il sig. Loulichki in una dichiarazione in occasione dell'esame da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU della questione sul Sahara.
Il Consiglio di sicurezza
Il processo di negoziato avviato, ha proseguito l'ambasciatore, richiede ''una volontà politica, uno spirito di compromesso e di realismo ed un impegno sostenuto per farlo realizzarsi'', precisando che questo processo “è servito da un contesto regionale ed una dinamica di rilancio delle relazioni bilaterali, condiviso dal cinque paese del Magreb''.
''La questione del Sahara non è una questione da cui l'uscita dipenderebbe da una sofisticazione del mandato del MINURSO. Crederlo è dare prova di una grande ignoranza delle realtà sociologiche e geostrategiche non soltanto al Sahara, ma in tutta la regione, poiché l'affare del Sahara ha una storia e questa storia è strettamente legata a quella della regione del Magreb'', ha spiegato il diplomatico per che ''volere occultare questa realtà non fa che ritardare l'uscita di questa vertenza, mettendosi a fuoco sull'accessorio a scapito dell'essenziale''.
Per il sig. Loulichki, ''la vertenza sul Sahara ha soluzioni soltanto quella politica, recepita nel suo ambiente politico immediato ed a venire. È per questo che il Consiglio di sicurezza ne è investito ed è per ciò che un inviato personale è stato designato per assistere le parti in attesa di raggiungere una soluzione politica negoziata''.
Evocandole relazione elaborata dal segretario generale dell'ONU, ha ritenuto che quest'ultimo ''tenga conto di sfide alla MINURSO''.
''Se si desidera parlare seriamente delle sfide, perché non evocare il terrorismo? Ecco una minaccia principale che sta diventando una sfida considerevole per la stabilità dell'insieme della regione nella sua estensione sahelo-sahariana'', ha fatto osservare l'ambasciatore, rammaricandosi che “questo fenomeno soltanto sfiorar timidamente nella relazione, senza alcuno sviluppo né analisi delle sue implicazioni''.
E tuttavia, ha detto, ''eventi gravi si sono verificati con l'eliminazione di tre cittadini stranieri degli accessi dei campi di Tindouf, ma nulla è detto o quasi in modo sostanziale in questa relazione.
Gli eventi del nord del Mali non sono nella nostra vicinanza immediata, una prova sufficiente dei rischi che minacciano la stabilità della nostra regione?''. E l'ambasciatore di interrogarsi sul punto di sapere ''perché tanta apprensione e pudore falso quando si abbordano i problemi reali? Perché la problematica del censimento, che è nel cuore del dibattito e della soluzione di questo problema, terrorizza tutto uno ciascuno al punto da volere trasformare un'esigenza convenzionale dello Stato ospite, l'Algeria, in uno sforzo di una cortesia eccessiva?''
''Perché, non sappiamo sempre quante persone vivono nei campi di Tindouf? E perché ci si rifiuta di cercare di sapere?'' ha aggiunto, prima di ritenere che ''naturalmente la questione fondamentale sia così tanto determinante sia accuratamente occultata e ci si preferisca usare con un ardore militante da deviare l'attenzione dell'ONU verso questioni periferiche''.
Per il momento, ''ciò che conta è il futuro del processo di negoziato che riguarda le popolazioni dei campi di Tindouf e che è cosi determinante per il futuro della nostra regione.
Ciò che conta, è l'adozione di una risoluzione che può essere il catalizzatore di una nuova dinamica nel negoziato servito da una convinzione condivisa da tutte le parti di lavorare insieme ad una soluzione politica di compromesso, dove non ci sarà né vincitore né superato''ha insistito .soluzione di compromesso. La nostra proposta d'autonomia conserva, a questo proposito, tutta la sua pertinenza, tutto il suo valore, e tutta la sua attualità'', ha affermato il sig. Loulichki.Il Marocco è ''pronto a lavorare con voi (il Consiglio di sicurezza) e con le altre parti per questa soluzione. È pronto ad investirsi intensamente per costruire questa soluzione di compromesso. La nostra proposta d'autonomia conserva, a questo proposito, tutta la sua pertinenza, tutto il suo valore, e tutta la sua attualità'', ha affermato il sig. Loulichki.
Infatti, ha detto, ''questa soluzione democratica è in armonia con le riforme audace condotte dalla sua maestà il re e che hanno recentemente trovato la loro applicazione nell'adozione di una nuova costituzione conforme agli standard internazionali, seguiti dalla tuta di elezioni legislative libere e trasparenti e di un nuovo governo derivato da queste elezioni o anche nella regionalizzazione avanzata''.
E di ricordare che ''in questa dinamica di riforma, il Marocco ha stabilito un Consiglio nazionale dei diritti dell'uomo prolungato al Sahara da due commissioni regionali nelle città di Laâyoune e di Dakhla e che hanno un mandato per la promozione, la protezione ed il controllo dei diritti dell'uomo con piena indipendenza''. Queste ''misure traducono, hanno dice, una volontà del Marocco di consolidare uno Stato di diritto rispettoso dei diritti di ciascuno su tutta la dimensione del territorio nazionale''.
Tinduf il censimento una cosa determinante per la soluzione del conflitto attorno al Sahara marocchino
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